Piazza Carlina è uno dei posti magici di Torino. Non lo dice un epigono di Gianluigi Marianini. Lo dico io che ho simpatia per il Cicap, il Comitato italiano per l’accertamento delle affermazioni sul paranormale.
Passavo da Piazza Carlina, anni fa, non so quanti, diciamo una decina, e incrocio Aldo. Mi avevano appena commissionato una edizione di “Experimenta” sul cervello. Aldo era lì: gli chiesi aiuto. Tra una battuta umoristica e l’altra, in pochi minuti mise giù le idee portanti intorno alle quali sviluppare il tema di quella popolare mostra interattiva migrata da Villa Gualino al Lungopò. Alcuni exhibit nati in quel colloquio estemporaneo sono tra le poche cose superstiti di Experimenta e mi risulta che siano tuttora itineranti per scuole e manifestazioni divulgative.
In piazza Carlina, sui tavolini di un bar, si sono svolti molti incontri per parlare di GiovedìScienza (27 anni di conferenze spettacolarizzate al Teatro Colosseo), identificare temi e ospiti. Naturalmente Aldo c’era.
Allo stesso bar di piazza Carlina ci si ritrova per parlare di CentroScienza, l’associazione che Aldo per alcuni anni ha presieduto, passando poi lo scettro ad Angelo Raffaele Meo.
A un passo da piazza Carlina c’è il regno di Aldo, il Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi. Poco più in là il Museo Regionale di Scienze Naturali. Gioie e dolori, come in amore.
Una sera, sfida al calcolo delle probabilità, in piazza Carlina ci incontrammo, del tutto casualmente Aldo, Piero Gastaldo, segretario generale della Compagnia di San Paolo ed io. Ma qui, appunto, c’è di mezzo un santo e persino lo scettico del Cicap fa un passo indietro. Non è finita: in piazza Carlina, sotto il vigile controllo del conte Camillo Benso di Cavour, c’è il mercatino dove, preziose come diamanti, Aldo acquista le mozzarelline che dispensa ai privilegiati dei suoi auguri di Natale.
Ecco perché per me e per tutti quelli che a Torino ruotano intorno a CentroScienza e in un modo o nell’altro si occupano e preoccupano di divulgazione scientifica, Aldo è “il Gran Suggeritore”.
Altri illustreranno Aldo scienziato e docente. Io posso dire che, quando c’è da diffondere un po’ di cultura scientifica, lui non si tira indietro. Dal baraccone bonario di Experimenta al nobilissimo European Science Open Forum (ESOF). Una volta gli chiesi di tenere all’Unione Industriale una conferenza sull’origine della vita. Aldo accettò, preparò un powerpoint perfetto per completezza e humour, ci abbeverò al “brodo primordiale”. Pochi biologi avrebbero rischiato tanto.
Ma Aldo non è di quei divulgatori che si inflazionano, non è buono per tutte le stagioni, benché dia del tu a Darwin e sia curioso anche dei rapporti scienza/società e di filosofia della biologia. Quando curavo “Tuttoscienze”, il supplemento scientifico de “La Stampa”, ogni tanto scriveva qualcosa. Ogni tanto. Cioè solo quando c’era una notizia veramente significativa e che conosceva bene perché stava nel territorio della sua competenza. Che per fortuna è ampio: le neuroscienze sono un mondo, e la neurobiologia comparativa investe l’intero panorama del vivente, fino a quelle cellule staminali olfattive che per un buongustaio sono un ovvio campo di ricerca.
Chi vuole leggere Aldo con regolarità, lo trova su “L’Indice dei Libri”. Ma lì sono articoli dedicati a testi di peso, non è divulgazione, lì Aldo è il Gran Suggeritore della Cultura. Tranne una volta, quando recensì le mie “Macchine invisibili”. Così ho anche dichiarato il conflitto di interessi che incrina questa testimonianza.
LA SCIENZE SORRIDENTE: Diario di Piero Bianucci 28 novembre 2014